RIMINI — Dondolare su un’altalena in mezzo al mare. Succedeva trent’anni fa a Rimini e c’è chi ancora si ricorda con nostalgia quel dondolo a pochi passi dal bagnasciuga, da cui tuffarsi e su cui giocare insieme agli amici dell’estate. A un certo punto le altalene furono tolte: le leggende raccontano che fossero poche sicure, ma pare non si fosse mai verificato alcun incidente direttamente legato all’uso dell’altalena. Adesso l’altalena ritorna. Una sola, per ora.
LA BATTAGLIA — A lavorare duramente (e in modo completamente gratuito) per il ritorno dell’altalena nel mare è stata l’associazione «Rimini sparita» che ha annunciato orgogliosamente il ripristino di quello che ritiene «il simbolo per antonomasia» di Rimini al Bagno 24 gestito da Giuseppe Bianchi. Un iter lungo, durato quasi tre anni, racconta l’associazione sulla sua pagina Facebook. «Un’iniziativa di questo tipo — racconta Nicola Gambetti di Rimini Sparita — presenta due aree da seguire e formalizzare, ovviamente se si vuole attuare un evento serio e ineccepibile: manufatto (progetto, costo, proprietà, certificazione materiali, collaudo, assicurazioni) e burocrazia (concessionario demaniale: bagnino, Comune: paesaggistica/demanio, Capitaneria di Porto, Ufficio Dogane, Salvataggio, Soprintendenza di Ravenna). È una concertazione di enti e fasi tecniche e amministrative, spesso complicate, che noi abbiamo perseguito a titolo gratuito e solo per riproporre il simbolo balneare riminese per antonomasia». I membri di Rimini sparita hanno quindi trovato uno sponsor che ha creduto nel progetto e investito qualche migliaia di euro per realizzare l’altalena.
COME SARÀ — L’altalena sarà perfettamente uguale a quella di tanti anni fa, ma i materiali e la sicurezza saranno adeguati ai giorni nostri. «Il manufatto – racconta ancora l’associazione — è tecnologicamente all’avanguardia ed è veramente un’altalena 2.0, rispondente ai canoni tecnologici e di sicurezza del nuovo millennio, oltre che da collegare all’uso dei social network». E c’è già chi chiede al sindaco di Rimini di estendere l’iniziativa ad altri bagni: non è escluso che possa accadere già dall’anno prossimo. Con dei limiti rispetto al passato però: «La Soprintendenza dei beni paesaggistici ci ha imposto un numero limite di altalene, per non occupare troppo la vista dell’orizzonte, i tempi sono cambiati. Ma intanto ci godiamo il nullaosta che è arrivato proprio mercoledì».
Daniela Corneo
Corriere della Sera
09 giugno 2016